lunedì 28 maggio 2012
domenica 27 maggio 2012
I.M.U.
L'altro giorno vedo nel giornale che Sclafani Bagni non farà pagare la tassa dell' IMU per la prima casa, poi castelbuono, poi altri centri , oggi addirittura Montemaggiore, altri comuni hanno già deciso quanto dovranno pagare i cittadini.
Cerda invece il Sindaco e l'allergra brigata cosa stanno progettando? sanno che devono decidcere quanto fare pagare?
Anche se possono decidere di non far pagare, ( ma mi sembra strano, perchè altrimenti non potrebbero fare l'agosto cerdese, costato 30 mila euro l'anno scorso e molte manifestazioni a pagare ) , ma tutto è fermo , anche i consigli, dovrebbero farne uno almeno al mese, ma ohimè nulla, come che per 3 settimane , dal 30 aprile al 24 maggio non hanno fatto nemmeno una giunta...
Perchè NON FANNO COME BAGLIONI E SI TOLGONO DAI ....( bagliori la fà la rima?)
venerdì 25 maggio 2012
Manifestazione per i magistrati G. Falcone e P. Borsellino
Martedì 22 maggio, per la ricorrenza dei venti anni trascorsi dai vili attentati di Capaci e Via D’Amelio, si è tenuta a Cerda una manifestazione dell’I. C. Luigi Pirandello. La celebrazione è stata anticipata di un giorno poiché il 23 molti alunni dell’istituto si sono recati a Palermo per la manifestazione nazionale. Alle 9.30 si è iniziato presso l’aula polivalente con una breve rappresentazione teatrale da parte delle ragazze, accompagnata da un brano eseguito da un gruppo di musicisti diretti dal prof. Testa, la rappresentazione inneggiava ai due magistrati, metaforicamente definiti i nuovi prometeo che portano agli uomini la fiamma della giustizia, successivamente si è tenuto un seminario-dibattito sul tema: “venti anni dopo le stragi di mafia, il valore della memoria, la necessità dell’impegno civico.” Hanno partecipato ai lavori presieduti dalla dirigente scolastica G. Renna: i dottori A. Cicero e G. Spallino venuti appositamente a Cerda per l’occasione, il comandante della locale stazione dei carabinieri G. A. Rubino, il comandante della polizia municipale G. Biondolillo, e l’estensore di questo articolo. I relatori che si sono succeduti hanno esposto ad una rappresentanza degli alunni dell’istituto, una pluralità di punti di vista e di interpretazioni sull’importanza della ricorrenza. Lo spirito di abnegazione e l’esempio di G. Falcone e P. Borsellino, il valore della memoria come lezione di vita, elemento propulsore della cittadinanza attiva per contrastare la mafia; è stato ribadito come la mafia sia elemento parassitario causa di sottosviluppo economico, la subcultura mafiosa origine di degrado umano e sociale. Pressante è stato l’invito agli alunni a sviluppare e custodire sani valori, che gli permettano di impegnarsi a partire dalla quotidianità per un futuro che possa marginalizzare la prepotenza mafiosa. La riflessione su un etica pubblica condivisa, la coscienza critica e l’onestà intellettuale come fondamenti di una società nella quale i ragazzi possano realizzarsi sia come cittadini sia come persone. L’interiorizzazione dei valori espressi nella Costituzione, fedeltà alla Repubblica, rispetto della legalità e convivenza civile. Gli alunni, i cittadini di domani: comprendere, valutare, scegliere. Una scelta che possa essere ferma, senza ambiguità ed ipocrisie, perché essere cittadini e credenti in Cristo è totalmente incompatibile con la mafiosità. L’amministrazione comunale era rappresentata dall’assessore Geraci e dal vice sindaco Liberti.
Alle ore 11.40 il corteo degli alunni comprendenti tutte le classi della scuola secondaria di 1° grado e le classi V° della scuola primaria, con i docenti ed i relatori del seminario, è partito dalla sede centrale dell’istituto, dopo una breve sosta alla scuola materna G. Falcone di via Vivirito, il corteo aperto da due ragazzi che indossavano la toga da magistrato ha raggiunto la villa comunale di via Roma per deporre una corona di alloro (fornita dalla prof.ssa Matassa) presso il monumento ai caduti, prima il richiamo “onore ai magistrati Giovanni Falcone, Paolo Borsellino ed a tutte le vittime della mafia” poi la tromba del prof. Gelardi ha squillato ed è stato osservato un minuto di silenzio, la manifestazione è proseguita con la posa di un nuovo albero (messo a disposizione dall’amministrazione comunale) dedicato ai due magistrati, albero al quale sono stati legati i bigliettini con le riflessioni espresse dai ragazzi, la manifestazione è terminata con l’intonazione dell’inno nazionale da parte dei giovani partecipanti.
“Le loro idee cammineranno sulle nostre gambe” era uno slogan del 1992, se ciò avviene per un giorno all’anno in venti anni abbiamo fatto meno strada di quanto avremmo dovuto, perché la memoria esercitata in un solo giorno è una memoria corta, confido che l’entusiasmo, la gioiosa partecipazione di questi ragazzi e ragazze possa scuotere le coscienze di troppi adulti, cittadini e politici, che esprimono scetticismo o indifferenza su questo grave tema. La sosta alla scuola materna G. Falcone di via Vivirito ha mostrato agli alunni i resti di una immagine di “due siciliani” uccisi dalla mafia, immagine posta nel 1993 ormai cancellata dal tempo e dal disinteresse generale. Emblema di come le nostre istituzioni rappresentative e non, di come noi cerdesi abbiamo saputo conservare la memoria. Si riesce a leggere appena “Palermo ** anno fa”, “eppure ** loro idee stann* vincend*”. Se Giovanni Falcone e Paolo Borsellino meritano la nostra gratitudine, è indecoroso lasciare che ciò che rimane di una loro raffigurazione si sbricioli lentamente come ricordo avvolto nell’oblio. Da parte mia devo ringraziare una bambina di quinta elementare, perché quando si fanno queste manifestazioni si può dare una idea astratta e generica del pericolo che è connaturato alla mafia, soprattutto quando la disonorata società sceglie di non compiere gesti eclatanti, i ragazzi possono ritenere di vivere in un “isola felice”, che la subcultura mafiosa sia a Brancaccio, Corleone e Palermo … insomma dovunque tranne che a Cerda. Dunque questa bambina, negli incontri che hanno preceduto la manifestazione del 22 maggio, dopo aver ascoltato e visionato documentari su ciò che è accaduto a Capaci ed in Via D’Amelio, mi ha fatto una semplice domanda: “ma la mafia a Cerda c’è?” Una comunità che dimentica il proprio passato rischia di riviverlo soprattutto nei suoi aspetti peggiori, dimenticare volontariamente non è meno grave di essere omertosi, sono due modi per guardare da un'altra parte. Ebbene ora questa bambina e la sua classe conoscono per sommi capi le tragiche vicende che hanno segnato questo paese, hanno compreso perché a Cerda non abbiamo il metano, la domanda di questa bambina mi ha fatto comprendere quanto sia facile diventare inconsapevolmente reticenti, mi ha insegnato qualcosa: fin quando ci saranno giovani come questi che vogliono conoscere e capire, il nostro paese ha la possibilità che in futuro le nuove generazioni siano migliori di quelle che le hanno precedute.
Luigi Salvatore Scorsone.
Nota. Bisogna dare atto all’I. C. Luigi Pirandello, visto il breve tempo avuto per organizzare la manifestazione e seguito di una mia proposta Prot. n. 2397/B33 del 4/5/2012 “attività volte alla commemorazione di G. Falcone e P. Borsellino”, subito recepita con fervore dalla dirigente scolastica, dal Consiglio d’Istituto e dall’intero corpo docente, dell’impegno profuso nell’organizzare la manifestazione. In quanto ai costi economici, nessun compenso hanno ricevuto i relatori, l’attività da me svolta è stata di volontariato a titolo gratuito. Per la manifestazione sono stati riutilizzati costumi del P.O.N. sulla legalità del precedente anno scolastico. Non sono stati stampati inviti ma semplici fotocopie, è stata una cerimonia con qualche carenza realizzata con poche spese, un piccolo esempio di impegno civile. L’amministrazione comunale, avvertita qualche giorno prima della manifestazione, ha speso soltanto 40 euro per l’acquisto dell’albero. Spesso non serve avere grandi mezzi ma la volontà di fare le cose.
giovedì 24 maggio 2012
Fiera dei prodotti tipici 03/06/2012 Cerda
martedì 22 maggio 2012
Non dimentichiamoli
sabato 19 maggio 2012
Scuola falcone allo Zen #palermoxbrindisi
martedì 15 maggio 2012
Brainstorming perchè non usarlo a Cerda?
Marianna un “sacrificio gioioso”.
Domenica 6 maggio si è svolto a Cerda il festival culturale per ricordare la signorina Marianna Del Castillo, più che un semplice ricordo un modo per per proseguire la sua opera. Sentire cantare i bambini dei “giovani amici” non dovrebbe soltanto suscitare una tenera emozione ma anche la consapevolezza che i bambini vanno cresciuti con cura, trasmettendo loro valori sani per metterli nelle condizioni di diventare delle persone complete e dei validi cittadini. È bene ribadire che a Cerda le realtà aggregative ed educative per i giovani hanno un lavoro immenso davanti a loro. L’accoglienza cristiana che va oltre i dogmi religiosi ed il codice di diritto canonico è rivolta alla persona, alla sua dignità, senza distinzioni di razza, condizione economica o di genere maschile piuttosto che femminile, una accoglienza che ha una sola motivazione: l’amore. In fondo il Vangelo è molto semplice e chiaro su questa tematica, in particolare rispetto ai bambini; Mc 10,13-14. Gli presentavano dei bambini perché li accarezzasse, ma i discepoli li sgridavano. Gesù, al vedere questo, s'indignò e disse loro: Lasciate che i bambini vengano a me e non glielo impedite, perché a chi è come loro appartiene il regno di Dio. Mt 18,10. Guardatevi dal disprezzare uno solo di questi piccoli, perché vi dico che i loro angeli nel cielo vedono sempre la faccia del Padre mio che è nei cieli. Mt 18,5. E chi accoglie anche uno solo di questi bambini in nome mio, accoglie me.
Come seguaci di Cristo dovremmo essere “sale della terra” e “luce del mondo” (Mt. 5,13-14)”. Dunque la signorina Marianna nella sua esistenza terrena, dedicandosi ai bambini ha compiuto un “sacrificio gioioso”, può sembrare un ossimoro, due termini in contraddizione; sacrificio perché occuparsi dei bambini costa impegno e fatica, farlo giorno dopo giorno richiede dedizione ed una immensa pazienza; è gioioso innanzi tutto perché viene dall’amore, 1Gv 3,16 Da questo abbiamo conosciuto l'amore: Egli ha dato la sua vita per noi; quindi anche noi dobbiamo dare la vita per i fratelli. È gioioso perché si tratta di un sacrificio che prima o poi porta frutto, perché non chiede nulla in cambio ma dona gratuitamente. La motivazione di questo sacrificio, ai cinici ed agli scettici può sembrare banale anzi infantile, prendersi cura dei bambini perché sono figli di Dio. Un sacrificio che non ha nulla di masochistico ne di egocentrico, perché c’è più gioia nel dare che nel ricevere (Atti 20,35). Alcuni ritengono che ciò porti all’annullamento della propria persona, ma costoro ragionano secondo la logica della carne non dello spirito, Galati 5,17 la carne infatti ha desideri contrari allo Spirito e lo Spirito ha desideri contrari alla carne; queste cose si oppongono a vicenda, sicché voi non fate quello che vorreste. Questo sacrificio è la realizzazione gioiosa dell’animo illuminato dallo Spirito Santo. Così come ha fatto Marianna altri proseguono su questa strada, non è facile ne porta vantaggi personali, è come quel granellino di senapa … un seme così piccolo che produce un albero tanto grande (Mc. 4, 31-32), perché non bisogna attendere passivamente il Regno di Dio ma attivarsi umilmente e concretamente per incominciare a realizzarlo in questo mondo imperfetto. Mt. 13,38 Il campo è il mondo. Il seme buono sono i figli del regno; la zizzania sono i figli del maligno. Non può essere che gioioso un sacrificio che si oppone ai progetti del demonio, che esiste ed opera per dividere, ingannare e portare disperazione, e quanti, purtroppo tanti, non credono nella sua esistenza sono i più vulnerabile. Possano operare tutti i seguaci di Cristo, sotto la protezione del Signore Onnipotente, nella Fede, nella Speranza e nella Carità. Amen.
Luigi Salvatore Scorsone
mercoledì 9 maggio 2012
Cos'è la politica
martedì 8 maggio 2012
Video intervista all'assessore Pizzo di Misilmeri
domenica 6 maggio 2012
Festival culturale Ciao... MariAnna
giovedì 3 maggio 2012
segretario a Capo dell UTC
martedì 1 maggio 2012
Continua ...
Sagra del carciofo/25 aprile, tra sacro e profano. Scritto da Luigi Scorsone.
Premesso che la sagra del carciofo è un evento di straordinaria importanza per Cerda; sugli aspetti commerciali, ludici e folkloristici della sagra e sul loro innegabile valore non ho opinioni da esprimere, poiché non è mia abitudine ciarlare di cose di cui capisco ben poco, se nell’edizione del 2012 ci sono state eventuali carenze e disservizi lascio ad altri il compito di rilevarle e portarle all’attenzione della pubblica opinione. Su un tema apparentemente secondario vorrei proporre una riflessione. Il programma della sagra prevedeva che alle ore 12 presso il parco delle rimembranze di via Roma (la villa comunale) si tenesse l’alzabandiera e l’inno nazionale, ciò per commemorare il 25 aprile. Invece come in altri anni la “commemorazione” si è tenuta frettolosamente e sbrigativamente in piazza La Mantia, proprio accanto al monumento del carciofo. Mi chiedo come si possa commemorare degnamente la festa della liberazione in questo modo, giustamente i forestieri vengono a Cerda soprattutto per mangiare, è possibile fare una cerimonia decente davanti ad una folla chiassosa con i succhi gastrici in fermento, qualche decina di minuti prima di iniziare la degustazione? Coloro che hanno combattuto e sono morti per la libertà di tutti noi meritano questo ricordo sfuocato e distratto? La sagra del carciofo ha innegabili ricadute economiche sulla nostra comunità, e questo è un motivo valido per far cadere nell’oblio gli alti valori di giustizia per i quali si è combattuto? Ormai per la stragrande maggioranza dei giovani di Cerda il 25 aprile è solo e soltanto la festa del carciofo. I martiri della libertà hanno diritto ad una degna commemorazione in un luogo consono, in un atmosfera raccolta, in modo da poter esprimere la nostra riconoscenza, per trasmettere alla nuove generazioni non un semplice ricordo ma anche un insegnamento di alti valori civili e democratici. L’Italia repubblicana e la Costituzione sono nate dai sacrifici affrontati da quegli uomini e da quelle donne. A mio avviso la commemorazione doveva essere tenuta alla villa comunale, magari in un orario più tranquillo, e sarebbe stato opportuno farla precedere il giorno 24 con una manifestazione dedicata ai ragazzi delle scuole di Cerda. Forse questo aspetto “secondario” del 25 aprile è sfuggito al Sindaco Mendola ed agli assessori Geraci e Vara, così come a tanti altri che in passato hanno amministrato Cerda. Noi cerdesi siamo cittadini della Repubblica, voglio sperare che non lo siamo soltanto pro forma, senza la consapevolezza del monito che ci giunge dal passato; perché qualora una comunità pensasse solo ed esclusivamente a riempirsi la pancia non potrebbe che esprimere una classe dirigente e politica squallida, degli “affamati” di potere e denaro che non tengono in grande considerazione l’interesse pubblico e comune di tutti i cittadini. Da parte mia voglio sommessamente rivolgere il pensiero a tutti i soldati ed ai partigiani italiani, ai soldati anglo-americani, che per la liberazione hanno perso la vita. Simbolicamente ne menziono solo tre: Cirri Rosolino nato a Cerda il 26/5/1909, soldato 121° fanteria, morto in una prigione tedesca il 21/1/1945, come tanti preferì il campo di concentramento piuttosto che sottomettersi ai nazisti. Rossi Pia Di Primo nata il 19/5/1011, partigiana 8° Brigata Garibaldi, uccisa da una granata il 19/10/1944, come tanti scelse di abbandonare le propria casa per andare in montagna a combattere i nazi-fascisti. Brown Harold soldato scelto 370° battaglione di fanteria USA, morto in combattimento il 6/10/1944 sulla linea gotica, come tanti attraversò l’oceano Atlantico per venire in Europa a combattere per la libertà.
Tra il chiasso e bocche voraci che si ingozzavano ho visto un bambino in raccoglimento davanti al monumenti per i caduti della villa comunale recitare una silenziosa preghiera. Spero che coloro che sono caduti per la libertà lo abbiano fatto innanzi tutto perché credevano in una giusta causa, poichè se potessero vedere come vengono “commemorati” a Cerda, penso che chiederebbero sdegnati quello che il poeta Giuseppe Ungaretti (nei ricordi 1942-1946) esprime magistralmente in questa poesia:
NON GRIDATE PIU'
Cessate di uccidere i morti,
non gridate più, non gridate
se li volete ancora udire,
se sperate di non perire,
Hanno l'impercettibile sussurro,
non fanno più rumore
del crescere dell'erba,
lieta dove non passa l'uomo