martedì 4 ottobre 2011

Fiat, Marchionne lascia Confindustria,più flessibilità





3 ottobre (Reuters) - Non sono bastati gli accordi separati con Cisl e Uil negli stabilimenti di Pomigliano e Mirafiori, né le intese interconfederali sottoscritte anche dalla Cgil per rendere più flessibili ed esigibili i contratti; Sergio Marchionne ha deciso comunque di portare Fiat e Fiat Industrial fuori dal perimetro di Confindustria dal primo gennaio 2012.
Scrive stamani in una lettera indirizzata alla leader degli industriali, Emma Marcegaglia: "Con la firma dell'accordo interconfederale del 21 settembre è iniziato un acceso dibattito che, con prese di posizione contraddittorie e addirittura con dichiarazioni di volontà di evitare l'applicazione degli accordi nella prassi quotidiana, ha fortemente ridimensionato le aspettative sull'efficacia dell'articolo 8. Si rischia quindi di snaturare l'impianto previsto dalla nuova legge e di limitare fortemente la flessibilità gestionale", dando vita a un quadro incerto che Fiat non può accettare.
La reazione di Confindustria è stata affidata prima a due note, poi in serata a una dura dichiarazione del presidente a margine dell'assemblea degli industriali bergamaschi.
L'Ad precisa che la decisione di uscire da Confindustria non ha "nessun collegamento con i nostri futuri piani di investimento" e aggiunge che il gruppo sta valutando la collaborazione con organizzazioni territoriali di Confindustria, in particolare l'Unione industriale di Torino.
La decisione non deve sorprendere - il manager più volte aveva ipotizzato l'uscita senza norme che gli garantissero flessibilità contrattuale nelle fabbriche - ma certo lascia l'amaro in bocca a chi come Emma Marcegaglia e Cisl e Uil avevano tentato in questi due anni di assecondare i desiderata di Sergio Marchionne per scongiurare l'evento.

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